Arriva l’estate e, come ogni anno, mi tornano in mente Anna e Paolo.
Ci conosciamo da tempo, da quando i loro due figli, Luca e Sofia, erano appena adolescenti.
Erano i primi anni del 2000: come ogni anno, i ragazzi proponevano ai loro genitori mete estive troppo lontane e costose per il loro stile di vita. Tuttavia, pur con molte rinunce, Anna e Paolo riuscivano ad organizzare queste vacanze e ad accontentarli per quanto possibile. Per molti anni, ricordo le loro mete e i loro racconti di viaggio al rientro.
Dopo qualche anno, accanto a loro andarono a vivere Maria e José, una coppia di stranieri, insieme ai loro due figli, Miguel e Isabella.
Maria e José erano arrivati a Napoli dopo aver girovagato un po’ per tutta Italia. Nonostante entrambi fossero laureati, nel loro paese d’origine non avevano trovato lavoro e nel nostro paese non hanno mai potuto svolgere nessun mestiere attinente alla loro preparazione. Non importa dirvi da dove esattamente provenissero, perché in fondo la loro è una storia molto simile a quella di tante persone costrette a lasciare la loro terra nella speranza di garantire ai loro figli un futuro migliore.
Maria e José lavoravano in un hotel, entrambi con regolare contratto, ma proprio nel periodo estivo vi è il picco delle attività turistiche e quindi non riuscivamo mai organizzare una vacanza con i loro figli. In realtà, oltre al tempo, parte dei soldi che guadagnavano li conservavano per far studiare Miguel e Isabella, e parte ancora li inviavano ai loro parenti.
Fu proprio in una delle tante estati che Anna, parlando con Maria, comprese la situazione e, d’accordo con il marito, decise di parlare con i suoi figli, Luca e Sofia.
“Non abbiamo molta disponibilità, possiamo scegliere se andare in un villaggio turistico in una delle mete più lontane come ogni anno, oppure fare una vacanza più tranquilla, ma portare con noi Miguel e Isabella.”
Ci si sarebbe aspettato dai due ragazzi una risposta meno altruista e invece Luca e Sofia, dopo essersi brevemente confrontati e comprendendo che davanti a loro avevano tantissime occasioni per organizzare vacanze diverse, manifestarono la volontà e il desiderio di condividere la loro vacanza con i due giovanissimi vicini di casa che ormai avevano imparato a conoscere, dando così la possibilità anche a loro di trascorrere un lungo periodo in una delle tante mete turistiche italiane.
Da quella prima loro estate insieme, trascorsa in una graziosa casetta in fitto nella vicina Bacoli, ne sono trascorsi molti di anni, ma Luca, Sofia, Miguel e Isabella, con i loro rispettivi fidanzati, non si sono mai separati. Nonostante qualche anno di differenza, ogni estate girano il mondo, uniti come fratelli, legati da un’amicizia così forte che oggi, in un mondo sempre “collegato” ai social e condizionato dalla tecnologia, sembra davvero incredibile pensare possa ancora esistere.
Solo da qualche giorno ho salutato i quattro ragazzi, ormai non più adolescenti, che partivano per la loro vacanza, e proprio loro partenza segna per me il vero inizio dell’estate.
E poi, come ogni anno, attendo settembre per ascoltare i loro racconti e la descrizione dei posti dove sono stati, leggendo nei loro occhi e nelle loro parole l’ottimismo e la fiducia per il futuro che li aspetta.
Ecco, mi piace credere che proprio la solidarietà e l’amicizia siano gli ingredienti per una vita migliore.