Pochi conoscono il Parco regionale del Matese, uno dei parchi regionali più grandi d’Italia; da qualche anno è in corso la cosiddetta perimetrazione, che stabilisce i confini di questo parco, primo passo per renderlo tutelato e ben disciplinato, passi fondamentale per poter appostare fondi per la sua salvaguardia.
Alcuni mesi fa, mi è stato riferito che dal 2022 ad oggi siamo ancora fermi; attualmente, ci troviamo nella condizione di trovarci di fronte al “costituendo” Parco Regionale del Matese. Ho voluto approfondire i motivi di questo ritardo e individuare possibili interventi per superare ogni problema.
Per comprendere i ritardi, è bene indicare i vantaggi nel riconoscere questi luoghi come parchi regionali da tutelare. I parchi pubblici, le oasi, le riserve protette, oltre ad avere diritto a fondi economici per la loro tutela, sono soggetti a un preciso disciplinare che ne “tutela” l’ambiente. Il disciplinare deve essere approvato e recepito da tutti i Comuni in cui le zone protette ricadono. Nonostante i servizi regionali abbiano trasmesso la bozza del disciplinare di tutela a tutti i Comuni facenti parte del costituendo Parco Regionale del Matese fin dal 2022, ad oggi alcuni di questi non hanno ancora risposto positivamente o meno all’adesione o alla delimitazione delle loro aree. È così che non è ancora possibile stabilire quali e quanti comuni rientreranno nell’area protetta e, di conseguenza, dovranno attenersi al disciplinare. Un ritardo che danneggia non solo gli altri comuni, ma aumenta il rischio che, in assenza di regole precise, si possano verificare attività dannose per aree della nostra regione che invece vanno protette e salvaguardate.