Pochi conoscono la vera e gloriosa storia di Palazzo Fuga, anche se qui a Napoli è conosciuto come Real Albergo dei Poveri. Soltanto alcuni sanno che per secoli ha mantenuto un primato unico: è stato per anni tra i palazzi con la facciata più lunga d’Europa, con i suoi oltre 100 metri di larghezza.
Fu voluto da re Carlo III di Borbone quale luogo deputato alla cura delle persone meno fortunate, dei senza fissa dimora, garantendo loro un luogo dove dormire, dove essere curati e imparare un mestiere.
Nel 2013, da Assessore Welfare, a pochi mesi dal mio insediamento, presentammo con l’assessore all’urbanistica, una variante sull’utilizzo di alcune aree di Palazzo Fuga, al fine di ripristinare dopo secoli, spazi adeguati per la cura e la salute dei senza fissa dimora, riproponendo quella destinazione unica, di estrema civiltà, che già ai tempi dei Borboni caratterizzava la città di Napoli.
Ricordo che fu un progetto lungo, iniziato nel 2013, culminato poi con l’apertura nel 2018 quando, da assessore, ho ridato nuova vita a quei luoghi con docce, spogliatoi e servizi per la cura alla persona. L’accesso da via Bernardo Tanucci ha donato nuova vita a tante persone, dando lustro a uno dei luoghi storici nati proprio per tale scopo.
Dal 2018, ininterrottamente, quelle docce hanno rappresentato un presidio di civiltà restituito alla Città, un luogo di accoglienza e cura di persone in condizioni difficili, complicate, una cosa di cui sono orgogliosa, perché per me la dignità delle persone va perseguita sempre a qualunque costo. Nel 2019, il COVID ha cambiato la vita di tutti noi; proprio quel centro ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale per i senza fissa dimora.
Leggo in questi giorni che il comune ha allestito docce e servizi alla cura per i senza fissa dimora. Mi sono rallegrata solo per pochi istanti, pensavo a nuovi spazi, nuovi luoghi, ma scopro dalle foto, che sono proprio quei luoghi da me faticosamente progettati, realizzati e aperti anni fa.
Poco importa chi e come abbia raggiunto questo importante risultato, ciò che va evitato è dare enfasi a quella che viene vista come una novità, e che invece dovrebbe essere, piuttosto, ampliata e migliorata, garantendo la tempestività nell’apertura di questi spazi, perché la cura delle persone senza fissa dimora e dei più fragili, prescinde dalle alte temperature, dal periodo estivo o da un singolo evento.
Come dimostrato in questi anni, questi ed altri servizi vanno garantiti sempre e comunque. Mi auguro che quelle docce, quei luoghi, quei servizi continueranno ad essere fruibili con costanza; solo così saprò di aver svolto un buon lavoro, utile alla mia Città.
Qui il piano caldo 2023 del Comune di Napoli: https://bit.ly/44uQ7zo