È stata un’estate di violenza inaudita. Eppure nessuno ha il coraggio di ammettere che oltre sessanta persone sono coinvolte negli eventi recenti a Palermo e Caivano. Ci concentriamo solo sui sette giovani a Palermo e una decina a Napoli, autori delle violenze di gruppo. I numeri aumenteranno, dato che le indagini sono in corso. Ma voglio sottolineare un aspetto trascurato: una situazione che coinvolge circa venti ragazzi, minorenni e maggiorenni, insieme ad almeno 40 genitori. Considerando il disagio sociale sottostante e la presenza di fratelli e sorelle, è presumibile che almeno una decina di soggetti sia in condizioni analoghe di pericolosità.
Complessivamente, sono oltre 60 le persone coinvolte, ma purtroppo ci si concentra solo sugli episodi specifici: le tre vittime e una decina di ragazzi, nient’altro. Sessanta persone coinvolte denotano un evidente e documentato fallimento del sistema genitoriale, scolastico e comunale, che fatica a fornire adeguata copertura tramite i servizi sociali, spesso considerati sacrificabili.
I numeri prospettati sono enormi, se estesi a livello nazionale.
Per 15 anni mi sono occupata di abusi e maltrattamenti su minori, ho visto da vicino il disagio sociale in quartieri napoletani, e annualmente ho lottato come assessore per evitare la riduzione dei fondi necessari a gestire i servizi sociali, il baluardo essenziale di prevenzione.
Intanto è stata promessa l’ennesima visita del governo, questa volta con la presidente Giorgia Meloni. Ci saranno manifestazioni, i soliti riflettori accesi, ma poi?
Sono necessari provvedimenti severi nei confronti di chi commette crimini efferati come questi ma anche che debba esserci una reale presa in carico delle vittime, continuativa nel tempo.
Serve un tavolo concreto, iniziative immediate, prima che tutto finisca come al solito. Affrontare il problema richiede strategie a lungo termine coinvolgendo istituzioni, educatori e famiglie. Solo così potremo rallentare e invertire la tendenza alla violenza già radicata in alcune giovani generazioni, ormai a rischio.