È forte e chiara la posizione dell’Ordine dei Veterinari della Provincia Autonoma di Trento, contro la volontà del presidente della Provincia autonoma di Trento di abbattere l’Orsa Jj4.
La decisione di abbattere l’Orsa Jj4, trova contraria anche la madre di Andrea Papi, lei stessa ha detto: “Ucciderla non ci restituirà nostro figlio, troppo facile prendersela con l’animale”.
Le sue parole risuonano risuonano forti e ci spingono a ricostruire quanto accaduto.
Negli anni ’80, in Trentino, si è eseguito un ripopolamento degli orsi a seguito del rischio di estinzione dovuto alla caccia continua a questi animali. Come dimostrano i fatti, nel corso degli anni, si sono verificate troppe mancanze da parte delle istituzioni che avrebbero dovuto monitorare l’andamento del progetto di ripopolamento e quanto accadeva in quegli spazi.
Scopriamo ora, tra le tante mancanze, che l’orsa Jj4 non è stata monitorata per ben 6 mesi, il suo collare era “semplicemente” scarico, il che ha reso difficile anche l’identificazione della sua posizione in seguito all’aggressione ad Andrea Papi.
Quanto accaduto dimostra come troppo spesso gli interventi dell’uomo sulla natura risultino impropri e risentano della mancata applicazione delle misure minime di sicurezza, mettono a rischio la vita delle persone e delle specie animali.
È compito delle autorità competenti garantire costantemente tutte le misure preventive per evitare tragedie come quella accaduta ad Andrea Papi.
Quanto accaduto poteva e doveva essere evitato. È da irresponsabili alterare gli ecosistemi senza nessun controllo e monitoraggio, non garantire la sicurezza ed individuare come unica soluzione misure drastiche come, in questo caso, l’abbattimento dell’orsa, definita impropriamente soggetto problematico.
Gli orsi sono una specie protette e la loro presenza è fondamentale per l’ecosistema.
La soluzione non è ucciderli, ma mettere in campo tutti gli strumenti utili per il rispetto della vita dell’uomo nel pieno rispetto della natura: educare al giusto comportamento in presenza di animali selvatici, evitare l’interferenza dell’uomo negli spazi riservati ad altre specie animali; adottare e rispettare le misure di sicurezza necessarie per salvaguardare la vita delle persone e delle specie animali; organizzare campagne di sensibilizzazione per evitare attività dell’uomo che possano attirare gli orsi; sensibilizzare turisti e cittadini sul rispetto verso la natura e gli animali, assumendo comportamenti rispettosi ed evitando, ad esempio, incauti avvicinamenti.
È chiaro, quindi, che arrivare all’uccisione degli orsi, come si paventa in questi giorni, senza accettare soluzioni alternative, che pure esistono, non è e non può essere la soluzione al problema.