Qualche giorno fa ho incontrato Arturo, un uomo che incarna il valore della resilienza e la forza che può scaturire da un passato difficile. Arturo lo ricordo bene: fu proprio uno dei primi ragazzi che, da operatrice del terzo settore, presi in carico.
Cresciuto in una famiglia problematica, con poche opportunità e molte ombre, lo ricordo taciturno, silenzioso, spesso assente. Fin da piccolo, lo studio e quella serenità che dovrebbe essere un diritto per tutti i ragazzi come lui gli furono negati. Ma Arturo, anziché arrendersi, ha imparato a costruire il suo futuro con le sue mani, passo dopo passo.
Quando l’ho incontrato di nuovo, ho percepito subito in lui una determinazione rara. Mi ha raccontato di come, nonostante le difficoltà iniziali, fosse riuscito a riprendere gli studi da adulto, dedicandosi con costanza e sacrificio. Oggi Arturo è un assistente sociale. Lavora qui a Napoli, affrontando mille sfide e dedicandosi a chi vive situazioni simili a quelle che lui stesso ha affrontato. Ogni giorno incontra persone che hanno bisogno di una guida, di una mano tesa, di qualcuno che creda in loro anche quando tutto sembra perduto.
Ma la storia di Arturo non si ferma qui. Pur avendo avuto due figli, ha scelto di ampliare il suo amore adottando due fratellini in fuga dalla Nigeria. I bambini, orfani e senza una casa, hanno trovato in Arturo non solo un padre, ma una guida e un esempio. Grazie alla stabilità e all’amore che hanno ricevuto, oggi anche loro sono parte integrante della nostra società: hanno studiato e presto prenderanno una laurea in medicina, dimostrando come l’inclusione e l’accoglienza possano cambiare vite.
Arturo rappresenta non solo il coraggio individuale, ma anche il senso più profondo del lavoro degli assistenti sociali. Ogni giorno, uomini e donne come lui si dedicano con passione e professionalità a sostenere famiglie, bambini e anziani in difficoltà. È un lavoro che richiede empatia, preparazione e una grande dose di umanità. Senza di loro, molte persone resterebbero sole, incapaci di rialzarsi.
La storia di Arturo ci ricorda che la famiglia non è solo quella in cui nasciamo, ma anche quella che scegliamo di costruire. La sua scelta di adottare i due fratellini e dare loro una seconda possibilità di vita è un esempio luminoso di cosa significhi prendersi cura degli altri, al di là di ogni confine culturale o sociale.
Napoli è una città complessa, ma è anche una città che sa amare e accogliere, grazie a persone come Arturo e a tutti gli operatori impegnati nel sociale, che lavorano per dare speranza a chi l’ha perduta.
Anche questa è una storia che vale la pena raccontare e ricordare.