Oltre quattro ore in consiglio regionale per analizzare i rischi derivanti dall’Autonomia differenziata. Quattro ore non sono bastate per elencare tutti i danni irreversibili che, da qui a qualche anno, ricadranno su molte regioni d’Italia, non solo quelle del Sud, ma anche molte regioni del Nord che, come noi qui in Campania, sono pronte alla campagna per il referendum abrogativo.
Dopo quattro ore abbiamo votato e approvato due delibere:
La prima relativa alla richiesta per indire un referendum, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e a norma della legge n. 352/1970, per abrogare la legge sull’autonomia differenziata;
La second contiene il testo del quesito da porre ai cittadini, per richiedere il referendum, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e a norma della legge 352/1970 per l’abrogazione di talune disposizioni della legge 26 giugno 2024, n. 86 (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione).
Questa autonomia differenziata è un provvedimento che spacca l’Italia e la mia posizione è chiara: l’autonomia deve consentire ai territori di crescere e non diventare ancora più poveri.
Basti pensare alla cosiddetta “spesa storica”, che ha danneggiato in termini di assenza e depauperamento dei servizi i diversi territori. Non è una questione ideologica e di bandiere partitiche: l’analisi fatta a livello europeo dai maggiori esperti di economia e di welfare è assolutamente contraria a questa riforma.
Alcuni rappresentanti politici del Sud, facendo parte di una maggioranza di Governo, continuano a difendere un provvedimento senza tener conto che vanno contro gli interessi degli stessi cittadini che li hanno eletti.
Ecco il quesito a cui saremo tutti chiamati a rispondere con il SI:
“Volete voi che siano abrogate le seguenti disposizioni della legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?