Finché si invocherà l’infermità mentale e ci saranno medici compiacenti che la confermeranno.
Finché si penserà che la responsabilità delle molestie, delle violenze sessuali e degli stupri sia attribuibile alle donne, anche giovanissime se non addirittura bambine.
Finché un avvocato in aula trasformerà la vittima in carnefice chiedendole se ha urlato, chiesto aiuto, detto di NO in maniera inequivocabile per poi asserire che chi è stata violentata fosse consenziente.
Finché qualche rappresentante delle forze dell’ordine dirà che serviva una targa dell’auto per poter intervenire d’urgenza anche dopo la segnalazione che un uomo è stato visto caricare una ragazza in macchina con la forza.
Finché lo stupro da parte dei figli di “personaggi illustri” si dissolverà come per incanto perché era “soltanto una ragazzata”.
Finché le aule istituzionali più importanti, come quella del Senato della Repubblica Italiana, composta dai più alti rappresentanti dei cittadini, saranno deserte quando si discute dell’interminabile strage di donne nel nostro Paese.
Finché ci saranno trasmissioni televisive che scandaglieranno morbosamente ogni particolare di efferati omicidi grazie al prezioso contributo di fantomatici esperti impegnati nella risoluzione del caso e della problematica, discutendone come si fa con le partite di calcio o l’ultima sfilata di moda.
Fino a che ogni persona non sarà pienamente consapevole che questa strage riguarda TUTTI e che quella donna potrebbe essere nostra figlia, nostra sorella, nostra mamma, la nostra migliore amica…
Ecco, fino ad allora le manifestazioni, silenziose o rumorose che siano, i convegni, la lettura dei nomi per non dimenticare, finanche le leggi e le linee di finanziamento per la realizzazione di ottimi progetti, serviranno veramente a poco e non potranno fermare questa strage quotidiana.
Uno sterminio che uccide una donna anche quando sopravvive alle violenze.