Ero assessore al welfare nel 2018 al Comuni di Napoli, quando a Napoli, senza tanto clamore, ma con tenacia e convinzione, seguii il procedimento della prima trascrizione di un figlio di una coppia omogenitoriale nel 2015, poi confermata dal Tribunale nel 2016
Il bimbo si chiama Ruben, figlio di due donne italiane che allora vivevano in Spagna.
E pensare che c’è chi, in qualche città del nord, si vanta della prima (?) trascrizione di un figlio di una coppia omogenitoriale fatta nel 2018!
Ecco, a parte la gioia nel poter garantire un diritto inviolabile ad un bambino, non ho mai pensato però di appuntarmi la coccarda di prima della classe, sebbene fossi perfettamente consapevole dell’importanza dell’avvenimento.
Infatti a quel tempo dichiarai… “il vento del cambiamento soffia da Napoli!”
D’altra parte, chi mi conosce sa che nella mia vita ho sempre lottato per i diritti di chiunque, ma soprattutto dei bambini.
E sarò sempre dalla stessa parte, oggi come domani.
Ma adesso, che al governo c’è una coalizione che taluni diritti ha intenzione di cancellarli completamente, è fondamentale essere uniti e, se necessario, alzare barricate per impedirlo.
Ecco perché domani, sabato 25 marzo, parteciperò al Flashmob “Giù le mani dai diritti “ organizzato dalle associazioni LGBTQIA+ a Napoli in piazza Municipio.
Lasciatemi però dire che ho trovato davvero singolare che proprio tutti – organi di informazione in primis – abbiano dimenticato un avvenimento così unico.
O forse, più semplicemente, a quel tempo non era un trend topic.
Ecco lo screenshot del comunicato dell’Ufficio Stampa del Comune di Napoli di allora.