Salve, dottoressa Gaeta: come sempre all’inizio di ogni intervista, riservo uno spazio all’interlocutore, affinché possa “raccontarsi” ai lettori di Casoria Due, delineando quello che è il suo ruolo e, dal momento che lei si interessa, con entusiasmo e passione, della tutela dell’ambiente, è d’uopo chiederle:
Da quando e perché è nata in lei la passione per la salvaguardia dell’ecosistema e dei nostri amici a quattro (ma anche a due) zampe?
Praticamente da sempre. Da piccola ho avuto la fortuna di trascorrere molto tempo in campagna, a contatto con la natura, imparando a conoscere gli animali, le piante, i fiori, ad amare l’ambiente che mi circondava e quindi anche le persone. Mi veniva istintivo aiutare coloro che percepivo più in difficoltà e così ho cominciato presto a fare volontariato, poi, crescendo, ho compreso che avrei voluto proseguire il mio impegno anche professionalmente.
Tanti sono gli incarichi che lei ha ricoperto, può enumerarli ed esprimere un giudizio sulla mansione che meglio le ha consentito di realizzare i suoi progetti? E quali sono stati, appunto, gli interventi che ha posto in essere e che, ancora, crede siano indispensabili per tutelare la salute di Madre Natura?
Non avrei mai immaginato di rivestire incarichi istituzionali, tantomeno politici. Ho sempre scelto strade spesso complicate, rimanendo in prima linea, pur di seguire le mie passioni e predisposizioni. Infatti, sebbene sia laureata in lettere ed abbia conseguito l’abilitazione all’insegnamento, nel 1999, insieme ad altre 10 ragazze, costituì una cooperativa sociale, che si occupava di infanzia, adolescenza e famiglie. Sono stata responsabile di comunità di accoglienza per adolescenti vittime di maltrattamenti e abusi per 15 anni: questa esperienza resta forte e viva dentro di me e mi ha aiutato ad affrontare quella che ho vissuto come una grande sfida, cioè accettare l’incarico di assessore al welfare della mia città, con delega alle politiche sociali, sociosanitarie, immigrazione, tutela della salute, tutela degli animali e beni confiscati. Un impegno che ho vissuto in modo totalizzante, coinvolgente, appassionante ma che, talvolta, si rivelava anche molto frustrante, allorché non riuscivo a realizzare il cambiamento che avrei voluto e che sarebbe stato necessario.
I due anni vissuti in qualità di direttore di un’azienda di servizi alla persona, a Roma, azienda che si occupa tuttora di accoglienza di anziani, di malati di Alzheimer, dell’inclusione di ex-detenuti e di giustizia riparativa, mi hanno fatto conoscere contesti diversi, consentendomi di sperimentare un ruolo che mi poneva, però, ad un contatto meno diretto con l’utenza, essendo la mia una mansione dirigenziale e quindi maggiormente inerente agli aspetti tecnici, piuttosto che strettamente umani. Oggi, da consigliera regionale della Campania, ho la possibilità di occuparmi di nuovo della mia Terra, che conosco e amo profondamente, pur con tutte le sue contraddizioni e durezza.
Ogni esperienza che ho vissuto mi ha consentito di scoprire aspetti di me che non avrei mai immaginato di possedere e ciascuno di essi ha contribuito a rafforzare in me la convinzione che si può rimanere sempre se stessi, indipendentemente dal ruolo, perché quel che conta è fare tutto con impegno, senso di responsabilità e rispetto.
Circa la questione della Gaiola, può chiarire quale rischio corre questo piccolo gioiello e qual è la battaglia che lei, in qualità di Consigliere Regionale, sta combattendo?
L’approvazione del progetto di raddoppio degli scarichi fognari nella Zona Speciale di Conservazione Gaiola-Nisida è un vero paradosso, considerando che nasceva con l’obiettivo di bonificare e rigenerare l’area di Bagnoli tutelando l’ambiente e il territorio. E invece si è scelto di mettere a rischio una delle aree marine protette più importanti d’Italia e d’Europa. Il Grande Progetto Bagnoli avrebbe potuto rappresentare un cambiamento epocale: un’occasione unica per adottare soluzioni sostenibili, restituendo dignità al nostro mare, dopo decenni di abbandono e cattiva gestione. Ma, ancora una volta, si è deciso di seguire una strada vecchia, sbagliata e insostenibile. A nulla sono servite le relazioni tecniche negative del Parco della Gaiola, che evidenziavano gravi rischi per l’ecosistema, né sono state debitamente considerate le 88 osservazioni contrarie inviate da scienziati, università, associazioni culturali e civili. Così come sono state ignorate le oltre 8.000 firme raccolte dal Coordinamento Tutela Mare, sostenuto da 15 associazioni territoriali. Infine, neanche la mozione a mia firma, approvata all’unanimità in Consiglio Regionale, mozione in cui chiedevo un impegno concreto alla Giunta Regionale per tutelare l’area marina della Gaiola, ha sortito l’effetto desiderato: con grande amarezza ho dovuto accettare l’atto emanato dalla commissione di valutazione, che ha comunque dato il via libera a questo progetto scellerato.
A suo avviso, dal momento che ha ricoperto diversi incarichi, aventi in comune il benessere dell’uomo e dell’ambiente, come pensa che dovrebbe muoversi la politica nazionale e locale perché in primo piano si ponga tutto quanto è relativo all’ecosistema, eliminando, una volta per tutte, la cementificazione selvaggia?
La politica dovrebbe avvalersi del parere di esperti, parere che viene ignorato sistematicamente. Basterebbe il buon senso per comprendere la necessità di un approccio diverso, rispettoso dell’ambiente e delle future generazioni. Invece, in Italia si continua a sacrificare la biodiversità e il patrimonio naturale, ignorando norme nazionali ed europee. Sono troppi gli interessi economici e personali che determinano certe scelte, che a tutto guardano tranne che all’interesse collettivo. È necessario avere il coraggio di prendere posizione e portare avanti la battaglia per la tutela del nostro mare, del nostro territorio e del futuro delle prossime generazioni, senza ipocrisie.
Ha in mente un piano che potrebbe fare della Campania una vera e propria oasi in cui domini incontrastata, almeno in alcune zone, la natura nella sua più totale bellezza? Quali sono le zone che lei identifica come quelle più idonee a costruire una sorta di Campania Felix, sempre, è ovvio, sotto il profilo ambientale?
Credo che la Campania Felix potrebbe essere rilanciata facendo leva sulle sue grandi ricchezze. Non è un’utopia pensare alla nostra regione come a un vero paradiso dal punto di vista ambientale, paesaggistico, culturale, artistico, enogastronomico.
Ritiene che ci siano territori della regione che è ormai impossibile sottrarre alla longa manus dell’edilizia insensata?
È difficile trasformare un territorio spesso martoriato, ma si può porre rimedio e comunque bloccare il suo ulteriore deterioramento.
Crede che il turismo sia una risorsa per la nostra regione o che, piuttosto, contribuisca a degradarla?
La vocazione della nostra regione è sicuramente quella turistica, ma un turismo di qualità, che diventi volano per lo sviluppo complessivo dei nostri territori. Intendo dire che dobbiamo guardare a un turismo che valorizzi in tutto la nostra terra e non avvantaggi soltanto pochi.
Lei, come abbiamo accennato, è in prima linea allorché si tratti di difesa degli animali: cosa pensa della caccia e perché ancora resiste questa pratica che in tanti, ancora oggi, si ostinano (non me ne vogliano i cacciatori) a definire sport? Qual è, a suo avviso, l’ottica dei cacciatori?
Purtroppo, la caccia è ben lontana dall’essere abolita. Anche in questo caso sono troppi gli interessi economici. È paradossale definire sport la caccia. Non c’è nulla di sportivo nell’accanirsi contro esseri indifesi, facendo uso di mezzi crudeli. C’è già tanta morte e violenza nel mondo, dunque, perché non fermare chi si scaglia contro animali innocenti? Ma l’industria delle armi e di tutti i dispositivi (alcuni inimmaginabili) e degli accessori per la caccia, evidentemente, conta di più.
Che amarezza… Comunque, concludiamo la nostra intervista (riservandoci però una “seconda puntata”) con la domanda di rito: Roberta Gaeta, oltre ad essere una brillante donna in carriera, che ha fatto della politica una totalizzante ragione di vita, chi è nella vita di ogni giorno e cosa considera necessario affinché finalmente prenda forma concreta una terra a misura d’uomo?
Mi piace pensare che, nonostante le guerre e gli orrori di cui l’uomo è l’unico responsabile, ognuno di noi possa incidere nella vita di tutti i giorni positivamente con il proprio operato. Sono un’inguaribile ottimista, credo che ognuno di noi possa fare la sua parte ed è importante cominciare dal proprio ‘piccolo’.
Dottoressa Gaeta, qual è l’augurio che fa a sé stessa e alla nostra regione per il nuovo anno e per il futuro in generale?
Per la nostra Regione spero che si possano fare scelte giuste e coraggiose affinché i nostri giovani non siano costretti ad andare via. Spero, inoltre, che i cittadini possano avere più servizi adeguati per il loro benessere. In generale, per questo 2025, auguro a tutti gentilezza, solidarietà, voglia di ascoltare, confrontarsi e volontà di costruire ponti, di aprire strade, di guardare oltre l’orizzonte, di lasciare andare ciò che appare importante senza realmente esserlo, di sentirsi accolti e di essere accoglienti, di dare e ricevere abbracci sinceri, di scambiarsi sorrisi, di ascoltare buona musica, di godere dell’arte e di saper riconoscere la vera bellezza. Auguro a tutti il coraggio di dissentire, di essere minoranza, di essere impopolari, di mostrare i propri sentimenti, le fragilità, di respingere con tutte le proprie forze la guerra, le violenze, i soprusi, la prevaricazione di chi si sente “potente” o “superiore”. Insomma, auguro a tutti noi di riconquistare ed accrescere la nostra umanità e di rispettare ogni vita di questo nostro Creato.
Un appello accorato, quello della dottoressa Gaeta, a riappropriarsi di quell’umanità seppellita in ciascuno di noi dalla superficialità, dagli interessi personali, dalla meschinità dilagante; un appello che si trasforma in una riflessione mirante a far sì che ciascuno riveda il proprio stile di vita e di tale auspicio-invito siamo grati alla dottoressa Gaeta che, personalmente, ringrazio per la sua estrema disponibilità, per la gentilezza ed il garbo mostrati nella nostra chiacchierata: alla giovane donna, all’eccellente professionista, a colei che crede fermamente in valori autentici auguro che la sua carriera raggiunga vertici sempre più elevati, perché ho avuto modo di constatare la sua passione e il suo reale interesse per le questioni che affronta nel suo mandato, quindi, ad maiora!
Da Casoria due
Intervista di domenica 5 gennaio 2025