Da qualche anno, ormai non ci sono più le sorelle Summonte, testimoni di una storia lunga quasi un secolo. Teresa e Angela, hanno vissuto, fin dalla nascita, in uno dei tanti piccoli comuni della Costiera Sorrentina.
Figlie di una famiglia di agricoltori benestanti, le due sorelle hanno vissuto una vita di agio e serenità, coltivando un profondo amore per la terra e per i valori che i loro genitori e nonni avevano instillato in loro.
Proprio qui, in questo piccolissimo paesino della provincia di Napoli, schiacciato tra le montagne della costiera Sorrentina, avevano una loro fattoria di famiglia, tra alberi da frutto e vigne. Per secoli, prima con i loro nonni, poi con i genitori e per alcuni anni con loro stesse, la fattoria era stata fonte di ricchezza. I nonni, che l’avevano costruita con le loro mani, la consideravano un’eredità sacra, un dono da preservare e tramandare.
Le due sorelle non si sposarono mai, non perché mancassero i pretendenti, ma per una scelta di vita che anteponeva la loro libertà e il legame con la terra a qualsiasi altra cosa, come raccontavano sempre nei loro discorsi.
Con il passare degli anni, Teresa e Angela si trovarono sole a gestire la fattoria. Quando divenne chiaro che non avrebbero potuto continuare così per sempre, decisero di fare un passo coraggioso e generoso: affidarono i loro terreni a un’azienda vinicola, a patto che parte dei futuri incassi fosse destinata ai più poveri e alle persone più bisognose.
Ed è così che, da oltre 40 anni, pur non essendoci le due sorelle e non essendoci un accordo stringente, vi sono ancora aziende in Campania che seguono la volontà delle due sorelle. Una parte significativa della produzione – verdura fresca, frutta di stagione, olio e vino – viene destinata alle mense della città, offrendo un aiuto concreto a chi ne ha più bisogno. Il resto, la parte del raccolto utilizzata per produrre quel buon vino di cui la Campania si fregia e che distribuisce in tutto il mondo, viene venduto, dando lavoro ai tantissimi ragazzi che non devono migrare dai nostri piccoli paesi di campagna.
Fino a qualche anno fa incontravo ancora Teresa, l’ultima delle sorelle a lasciarci. Mi piaceva ascoltare le sue parole: “La terra non è mai solo nostra, è di chi la ama e la rispetta.”
Ed è così che mi piace pensare, quando ascolto e vedo queste storie. Perché, in fondo, proprio come Teresa e Angela, tutti noi possiamo imparare che la terra non si lascia mai veramente: si affida semplicemente al futuro.