La signora Simona Russo è un’anziana ma arzilla vecchietta, rimasta vedova molto presto. Suo marito, Alberto, era un marinaio, uno di quelli che partono per lunghi viaggi, spesso pericolosi; un esperto navigatore che nella sua vita ha affrontato davvero mille difficoltà. Eppure, nonostante le condizioni talvolta avverse e i pericoli, è sempre tornato a casa sano e salvo. Alcuni anni fa si è ammalato, pare a causa delle complicazioni di una brutta caduta, lasciando Simona da sola. I loro due figli da tempo non abitano più a Napoli: la primogenita si è trasferita molti anni fa in provincia di Pavia, fa l’insegnante ed ha tre figli; il più piccolo vive a Pescara, anche lui insegna e ha due figli.
Simona ha da sempre una grande passione per i gatti, ed è per questo che nel suo quartiere è conosciuta come “la gattara”. A Napoli e provincia, molte donne si dedicano volontariamente ai “gatti di colonia”, spesso sacrificando il proprio tempo libero e la loro stessa famiglia. Anche Simona, infatti, da anni si occupa di una colonia felina in provincia di Napoli, verso Giugliano, presso una vecchia scuola abbandonata da molti anni, dove nel tempo si è insediata una colonia di gatti. È proprio qui che spesso Simona chiede il mio aiuto.
Simona non si è mai risparmiata: negli anni ha fatto sterilizzare un’infinità di gatti e, in alcuni casi, li ha salvati da morte certa.
Nei lunghi pomeriggi che trascorro con lei, mentre cerco di mediare con il vicinato che, spesso incomprensibilmente, fa di tutto per allontanare i gatti della colonia in quel determinato luogo, benché innocua, Simona mi racconta mille storie.
Tra le più curiose c’è quella di Sirio, una gattina nata cieca da Lina, gatta di strada. Pur non vedente, fin da piccola Sirio è sempre riuscita a trovare la mamma per nutrirsi. Sempre vispa, correva dietro ai suoi fratellini più fortunati, seguendoli semplicemente con l’olfatto, come sé quella sua limitazione per lei non costituisse un ostacolo. Qualche anno fa, Sirio è stata adottata da una giovane coppia, una scelta particolare, che però racconta molto sull’animo di questi animali incredibili.
I due coniugi avevano un figlio ipovedente, Lucio, e già avevano un gattino; pensavano che adottare un animale con la stessa difficoltà del loro bimbo potesse aiutare il loro bambino. E in effetti così è stato: tra Lucio e Sirio è nato un legame speciale. Vederli giocare insieme era emozionante: Lucio lanciava una pallina, e Stellina, seguendo il rumore, correva a prenderla e la riportava al suo piccolo amico.
Questa è una delle innumerevoli storie che rafforza la mia convinzione che spesso non esiste miglior cura che la vicinanza di un animale che, molte volte, più di tanti altri sa comprendere e alleviare le nostre difficoltà.