Qualche anno fa incontrai Luca, un tempo un bambino speciale. Oggi, anche se non ho più sue notizie, sono sicura sia un uomo affettuoso, come lo è sempre stato. Quando nacque, dopo quasi due anni, gli fu diagnosticata una forma di autismo; pur essendo attivo, non parlava mai con nessuno. I suoi genitori, Marta e Nunzio, provarono diverse soluzioni per aiutarlo. Anche se ci furono piccoli progressi, nessuna terapia riusciva ad aprire quella porta invisibile che lo separava dagli altri.
Un giorno, per caso — perché certe cose avvengono solo per caso — decisero di portare Luca in un rifugio, sperando di adottare un cane che potesse suscitare la sua attenzione. Dopo aver visitato diversi posti, quando ormai pensavano che anche quell’ennesimo tentativo non avrebbe avuto esito, Luca fu attratto da un meticcio di nome Oscar.
Magro e spaventato, era lì da pochi mesi, dopo essere stato maltrattato e legato a una catena. Alla vista del piccolo Luca, accadde qualcosa di straordinario. Luca, che non si avvicinava mai a nessuno, si sedette accanto a Oscar e, pur se nel suo modo di comunicare, iniziò a “conversare” con Luca, come se si fossero riconosciuti e fossero amici già da tempo.
Con il passare dei giorni, Luca e Oscar divennero inseparabili. Dormivano e giocavano insieme; Luca trascorreva ore a parlare con Oscar, parole incomprensibili, ma il cane rimaneva fermo a guardarlo, come se comprendesse tutto. I due si sostennero a vicenda, creando un legame che andava oltre le parole.
Gli anni passarono e Luca, ormai cresciuto, divenne un giovane uomo con abilità uniche. Amava l’ordine e la precisione e, grazie alla sua attenzione ai dettagli, fu assunto in un’azienda che produceva componenti di precisione. Il suo compito era controllare che ogni pezzo fosse come doveva essere. E naturalmente, Oscar era sempre con lui. Il cane lo accompagnava ovunque, si sedeva accanto a lui durante il lavoro e condivideva ogni giornata. L’azienda accolse Oscar come un membro della squadra, realizzando anche un “camice” da lavoro per lui.
Tuttavia, come si sa, gli anni non risparmiano nessuno. Oscar, ormai anziano, cominciò a indebolirsi. Le sue zampe, un tempo forti, tremavano. Un giorno, non riuscì più a seguire Luca e volò via. Il dolore del distacco fu enorme. Luca, pur non esprimendolo, sentiva un vuoto immenso. Oscar aveva salvato la sua vita e lo aveva tirato fuori dal suo silenzio. Per mesi, Luca rifiutò l’idea di un nuovo cane; nessuno poteva sostituire Oscar.
Sono passati anni e non ho più notizie di Luca. Ha seguito la famiglia all’estero e di lui ho perso traccia. Spero, ovunque sia, che abbia ritrovato l’amore di un nuovo amico peloso. Sono convinta che, anche se chi ci è stato accanto per lunghi anni non c’è più, l’amore e l’amicizia non finiscano mai, e che è sempre possibile costruire e vivere nuovi legami, non sostituendo che ci ha lasciati, ma aggiungendo altro amore, perché gli animali sono capaci di farci con generosità infinita doni meravigliosi.
Nostro figlio non si chiama Luca, ma questo non cambia la sostanza. Per tutte le famiglie che affrontano tale problema, la realtà resta una: solitudine, paura, speranza e frustrazione. È come un lunapark, una giostra di montagne russe che ci esalta e deprime in pochi attimi. Noi genitori, nonostante tutto, cerchiamo di combattere, ma a volte sembra di lottare contro i mulini a vento. Nel nostro caso, un muro di gomma ci sta soffocando in una lenta agonia. ASL, territorio e scuola sembrano trovarsi d’accordo solo nel rimpallarsi le responsabilità, una vergogna per chi vive la presa in carico come un mero documento da riempire senza senso. Un muro di gomma che non conosce né tempo né orecchie per chi vive l’inferno ogni minuto della giornata. Ormai siamo in un cammino mano nella mano lungo gli argini di un fiume in piena.
Storie come la vostra ne leggo e ne ascolto tantissime. E pensare che le stesse ASL si comportano in modo diverso tra loro.
Inviatemi una email con i dettagli a info@robertagaeta.it, chiederò conto ai vari enti, sul perchè ci sono questi rimpalli. Non prometto una soluzione, ma almeno con voi voglio comprenderne il motivo.