Conosco da tempo due coppie di arzilli e simpatici coniugi del Rione Luzzatti: i D’Andrea e i Ferrara. Loro sono uniti da un forte legame di amicizia sin da giovanissimi poiché, pur avendo entrambe le coppie due figli ciascuna, decisero di accogliere due giovani rifugiati scampati ad una delle tante guerre in Libia, quelli che tecnicamente chiamiamo oggi “minori stranieri non accompagnati”.
Da allora di anni ne sono trascorsi tantissimi ma, pur avendo ormai superato gli 80 anni tutti e quattro, le due coppie restano ancora unite come un tempo, quando da giovani combattevano per i loro ideali, che sono stati sempre dominati dall’accoglienza e dalla solidarietà.
Il più anziano dei quattro si chiama Luca D’Andrea e un tempo era maestro di scuola elementare, proprio lì nel rione Luzzatti, reso oggi celebre prima dai libri e poi dalla serie TV “L’amica Geniale”. Sua moglie Annalisa era assistente di volo, una delle prime in Italia e una delle prime donne di Napoli a viaggiare in tutto il mondo proprio grazie al suo lavoro.
I coniugi Ferrara, invece, hanno gestito per anni una latteria, sempre in pieno centro nel rione Luzzatti. L’amicizia tra le due coppie nacque per puro caso. Ogni mattina, dopo la scuola, il maestro D’Andrea si recava in quella latteria per fare delle ore di doposcuola ai ragazzi più grandicelli del quartiere, poiché tanti di loro, pur essendo ormai quasi adulti, non avevano potuto frequentare la scuola visto che dovevano lavorare e dare una mano alle loro famiglie… e così, grazie a quelle lezioni e con grande impegno da parte di tutti, alla fine dell’anno potevano dare l’esame, chi per avere almeno la licenza elementare, chi addirittura quella media.
Fu così che nacque una grande amicizia tra i D’Andrea e i Ferrara, a tal punto che quelle due coppie hanno poi vissuto tutta una vita insieme. E perciò non mi meraviglia vederli assieme anche in questi giorni in cui il caldo d’estate rende l’aria densa e irrespirabile: per loro, tutte le avversità della vita, proprio come questo caldo, non sono mai state un ostacolo insormontabile.
Ancora oggi, dopo anni, ripetono un rito che si protrae nel tempo.
Ogni domenica, si incontrano nella piazza del rione, proprio a pochi passi da dove un tempo i Ferrara avevano la loro latteria. Sempre sotto l’ombra degli stessi alberi, trascorrono ore a raccontarsi la loro settimana, fare quattro chiacchiere e godersi la reciproca compagnia.
Oggi però c’era qualcosa di speciale nell’aria.
Dopo aver chiacchierato un po’, li ho visti dirigersi verso la pasticceria all’angolo, perché l’ultima domenica del mese inderogabilmente vanno tutti insieme a pranzo dalla famiglia Rossini, che per molti anni è stata loro vicina di casa prima di trasferirsi a Materdei per star più vicina ai propri figli. Così, come da tradizione partenopea, comprano assieme le “paste della domenica” e si dirigono a casa degli amici, con cui il legame non si è mai spezzato, per fortuna di tutti loro.
Già, perché la vera amicizia a Napoli, specialmente tra gli anziani, è di vitale importanza. Non solo fornisce supporto reciproco emotivo e anche pratico, ma contribuisce anche a mantenere viva la cultura e le tradizioni di cui oggi siamo tutti orgogliosi.
In una città come la nostra, dove la comunità e i legami sociali sono centrali, l’amicizia rappresenta una risorsa inestimabile proprio per la qualità della vita nella terza età, ma non solo.
E nonostante il caldo e gli anni trascorsi, l’amicizia tra i D’Andrea e i Ferrara è proprio come quelle “paste” della domenica: dolce, sincera e intramontabile. Un’amicizia che dura per sempre.