Non tutti conoscono la Fondazione Massimo Leone Onlus di Napoli, nata nel maggio del 1994, per fornire servizi e assistenza ai senza dimora della Regione Campania. Una fondazione che fin da subito ha si è spesa per supportare e non lasciare sole persone che si trovano a vivere in uno stato di marginalità sociale e prive di una propria abitazione.
In tanti però ne conoscono i risultati e le attività svolte, come i due centri di assistenza sanitaria ambulatoriale che accolgono e curano persone senza dimora o in stato di povertà estrema, offrendo gratuitamente visite specialistiche. Non solo, c’è anche il Centro ascolto “Santa Maria La Palma” che ospita laboratori occupazionali, uno spazio di consulenza psicologica, un servizio di assistenza legale e anche l’accesso a internet. Inoltre c’è “Casa Gaia”, un servizio residenziale che ha l’obiettivo di favorire la ripresa di una gestione autonoma della propria dimensione domestica. Il Centro Studi e Ricerche, infine, promuove la conoscenza dei fenomeni relativi alla homelessness e diffonde una cultura che superi gli stereotipi rispetto alle persone senza dimora.
Ecco, la Fondazione “Massimo Leone”, con la presenza di equipe di altissimo livello tra cui psicologi, mediatori e operatori dell’ascolto, grazie al suo presidente, prof. Carlo Antonio Leone, è una risorsa fondamentale per la nostra città, ed è per questo che sono onorata di essere stata invitata ai loro 30 anni di attività, un evento tenuto nella magnifica Chiesa del Purgatorio ad Arco, in pieno centro storico.
Un momento di incontro e confronto, ma anche molto emozionante e commovente, che mi ha consentito di rinnovare con la Fondazione un percorso comune, iniziato più di 10 anni fa, per rafforzare le attività sul territorio della Campania.
Ma non solo, stiamo già lavorando per affrontare il tema delle “nuove povertà” e consentire nella nostra regione di poter accedere con maggiore semplicità agli ambulatori di medici specialisti volontari, come cardiologi, dermatologi, odontoiatri e tanti altri, professionisti straordinari che quotidianamente affiancano gli operatori nell’accompagnamento e nella realizzazione di progetti personalizzati.
Al tempo stesso mi sto impegnando affinché le diverse istituzioni svolgano il ruolo che gli è proprio, sinergicamente con le realtà impegnate a vario titolo in questo ambito.
Presto vi aggiornerò sulle iniziative che porteremo avanti, grazie anche agli enti ecclesiastici e laici del terzo settore, così vicini alle esigenze di chi ha perso tutto nella vita ed ha bisogno più che mai del nostro aiuto.
Insieme si può.