Ho avuto l’occasione di esplorare a fondo il litorale domitio, concentrandomi in particolare su Castel Volturno, un luogo che custodisce storie contrastanti e sfide imponenti. Qui, la bellezza naturale del territorio si scontra con le ferite aperte dell’abusivismo edilizio e con le lacune evidenti della politica.
Castel Volturno ha vissuto una trasformazione dolorosa nel corso degli anni. Le ingerenze della criminalità organizzata si sono protratte su questa terra, trasformandola in una delle zone più degradate della Campania. L’abbandono repentino della NATO, che aveva stabilito una delle sue basi militari qui, insieme al terremoto dell’Irpinia dell’80, che ha portato migliaia di famiglie sfollate ad essere accolte in modo irresponsabile proprio qui. Una storia incredibile, dove i commissari straordinari per l’emergenza del terremoto dell’Irpinia confiscarono tutte le villette private, permettendo di fatto un’occupazione abusiva a tempo indeterminato, distruggendo così uno dei luoghi a forte vocazione turistica della nostra Campania, che nulla avrebbe da invidiare ad altre zone del nord Italia. In pochissimi anni ciò che un tempo era un paesaggio ricco e fiorente è stato stravolto, lasciando dietro di sé il peso di una storia complicata.
Questo territorio, vasto quasi quanto la città di Napoli, è segnato da enormi problemi che richiedono risposte concrete e strutturali. L’abusivismo edilizio ha deturpato il panorama, privando i residenti della sua bellezza originaria. Al degrado si aggiunge l’ulteriore problematica delle occupazioni abusive e del deprezzamento degli immobili. Chi cerca una casa da affittare, infatti, spesso ne trova una senza contratto o comunque a pochi euro al mese. Castel Volturno è un simbolo delle mancanze della politica che può contribuire al dilagare di problematiche già intrise nella nota questione meridionale.
Tuttavia, camminando tra le strade di Castel Volturno, ho percepito un forte desiderio di cambiamento, soprattutto tra i giovani in cerca di soluzioni per rimediare ai danni arrecati nel corso degli anni. È un territorio che ha bisogno di soluzioni concrete, di un impegno costante e di una visione a lungo termine per la sua rinascita ed il suo riscatto.
In ogni angolo di Castel Volturno, ho incontrato persone determinate a ricostruire e a restituire dignità al loro territorio. Ci sono associazioni, gruppi di cittadini e volontari che lavorano instancabilmente per restituire a questa terra il suo splendore perduto.
Ma non è solo Castel Volturno il vero cuore del problema, bensì tutto il litorale domitio: Giugliano, Lago Patria, Villaricca, Qualiano, hanno tanto da offrire, ed è fondamentale concentrarsi su soluzioni sostenibili, sulla tutela del patrimonio naturale e sulla promozione di iniziative che possano riaccendere la voglia dei nostri giovani di non abbandonare le loro città.
La mia visita a Castel Volturno è stata un’opportunità per riflettere sulla potenziale rinascita di questo territorio. La strada è lunga, ci sono tanti fondi disponibili, ma ora è necessaria la volontà, la determinazione e la collaborazione di tutti per trasformare le nostre realtà territoriali, perché la Campania ha bisogno di crescere in modo uniforme e organico.
Continuerò i miei sopralluoghi e accoglierò con piacere i vostri inviti, come in questo caso avuto da Peppe Scialla che ringrazio.
È per me un’occasione per vedere in modo attivo quanto per troppi anni è stato dimenticato e quanto, come Regione, possiamo fare per migliorare tutte le città della nostra Campania.